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Il giardino del Pash(a): Mythic Invitational e duo standard

Mythic Invitational Banner

Uno degli obiettivi alla base della creazione del progetto ESC Card Gaming era quello di dare voce alle eccellenze presenti nella scena Italiana troppo spesso sprovviste , a nostro modesto parere, di un mezzo adeguato con cui interfacciarsi col resto della community. È dunque per me un immenso piacere inaugurare “Il giardino del Pash(a)”, uno spazio editoriale dal nome volutamente votato al richiamo di quegli ambienti ricchi di affreschi, acquari, e giardini di lusso in cui in un tempo nemmeno tanto lontano i nobili orientali erano soliti trascorrere i loro momenti di svago e da cui le tematiche che potevano turbare la quiete e il relax degli ospiti erano assolutamente bandite.

Allo stesso modo infatti in questa rubrica il nostro Pash non tratterà di questioni tecniche o decklist, quanto più argomenti di ampio respiro e legati a ciò che succede all’interno e intorno al mondo di Magic, inteso nella triplice natura di gioco, community e pratica competitiva (esportiva nel caso di Arena e Online).

Chiudo questa breve presentazione augurandovi una buona lettura e ricordandovi che in fondo all’articolo sono presenti i link a tutti i nostri canali social attraverso i quali potete mettervi in contatto con noi e con gli autori degli articoli in qualsiasi momento.     -Grumperis

Salve a tutti! Benvenuti nello spazio gentilmente concessomi dai ragazzi di ESC Card Gaming che mi permette di condividere con voi le mie opinioni riguardo ad una mia grande passione, ovvero Magic: The Gathering.

Per inaugurare questo mio angolo mi piacerebbe partire da una breve analisi del formato Best of One visto l’imminente Mythic Invitational che culminerà con la finale del 31 Marzo, e che vedrà affrontarsi gli 8 giocatori che alla fine della preseason di Febbraio hanno occupato la vetta del Mythic Rank Constructed ed i membri della Magic Pro League, in un torneo da 64 giocatori che si sfideranno, oltre che per la gloria, per un ricchissimo montepremi da un milione di dollari.

Ciò che collega questo primo evento, che sancisce di fatto l’entrata di Magic nel mondo degli e-sports, alla tanto amata e odiata modalità Best of One è l’esclusivo formato nel quale i partecipanti si cimenteranno: il duo standard. Questo formato, pensato appositamente per Arena, prevede che i giocatori presentino due deck privi di sideboard, anche identici fra loro, e che si sfidino in match al meglio dei tre game. Nonostante il concetto di Best of One abbia fatto storcere il naso ai giocatori di lungo corso, è ormai chiaro che esso sia la scelta della WotC per “snellire” la struttura del gioco che ormai ci appassiona da 25 anni ma che solo in tempi recentissimi si è affacciato sulla scena digitale, come si può leggere in un articolo ufficiale di Chris Clay, game director di MtgA, ed uscito contestualmente all’annuncio del Mythic Invitational. Ovviamente questo non significa che il Best of One sarà il formato di riferimento per tutto il futuro di Arena, come testimonia l’impegno nell’implementare modalità equivalenti Best of Three, ma di sicuro è un formato per cui la Wizards ha un occhio di riguardo avendo sempre espresso la volontà di fornire un’esperienza digitale unica e per questo non necessariamente legata al paper Magic.

Cosa significa il Best of One per Magic? E in che modo si presenta quasi come un formato a sé stante?

Innanzitutto, bisogna tenere a mente la presenza di un algoritmo di hand selection, pensato appositamente per minimizzare il numero dei mulligan e quindi dei cosiddetti non-game che renderebbero frustrante l’esperienza della partita secca. Questo algoritmo ci propone fra due mani iniziali quella che più si avvicina al rapporto ideale terre/magie del nostro deck, senza tener conto però del colore. Questo significa, in linea di massima, che i deck con due colori e con una bassa curva beneficeranno spesso di questo sistema mentre i tricolor potrebbero avere sì un adeguato rapporto terre/magie, trovandosi però costretti a mulligare per color screw. Il mulligan di riflesso diventa punitivo essendo buone le probabilità che il nostro avversario abbia un’ opening hand vicina all’ottimale. Per abbassare ulteriormente le probabilità di mulligan e sfruttare al meglio questo algoritmo, oltre che a deck di massimo due colori sembrano dimostrarsi più efficaci quei deck che adottano strategie lineari, come ad esempio la maggior parte degli aggro. Questo perché sono quei mazzi che nella maggior parte di casi nell’economia del best of three peggiorano post sideboard, proprio perché la loro linearità non gli consente di cambiare in maniera radicale il loro piano di azione, cosa che invece gli avversari molto probabilmente potranno fare.

Di riflesso deck molto flessibili in Best of Three, come i midrange, si trovano in leggera difficoltà nella partita secca. Discorso diverso invece a mio avviso per i combo che, anche se con una sfumatura differente, condividono con gli aggro il concetto di linearità per quanto riguarda il raggiungimento della lorowin condition, in questo caso scavare nel proprio mazzo alla ricerca della chiave di volta oppure ad esempio rampare. La conseguenza è che carte come accelleranti (elfo di llanowar su tutti) ed i cantrip sono estremamente importanti sia per l’economia del proprio deck sia perché rendono giocabili una percentuale maggiore di mani iniziali.

Il Best of One ovviamente, non influenza solamene la tipologia di deck che tenderemo a scegliere per la nostra eventuale scalata verso il Mythic Rank, ma anche la scelta delle singole carte. Non avendo accesso alla sideboard, dovremo preoccuparci di avere le risorse necessarie per non subire sconfitte automatiche contro determinati deck che vincono per mezzo di permanenti che il nostro mazzo non può gestire. Questo ha reso progressivamente maindeckabili carte che fino alla comparsa di Arena erano considerate carte esclusivamente da sideboard. Non solo, sembra anche la Wizards stia appoggiando questo nuovo “formato” stampando sempre meno carte prettamente da sideboard, proponendo carte con effetti collaterali come rimozioni per incantesimo, artefatti o il semplice guadagnare vite, inseriti in carte molto più appetibili per il main deck. Quindi carte come Vivien Reid, MortifyAbsorb sono progressivamente entrate a pieno titolo nella lista delle staple del best of one.

Top 8 Challengers

I Top 8 Arena Challengers che partecipano all’evento, tra i quali l’italiano Edoardo Annunziata

Oltre alla propensione verso carte versatili come quelle appena menzionate, un aspetto affascinante del Best of One è la profondità e lo spazio che lascia ai player nel deckbuilding. Più ci si avventura verso i rank alti della ladder più i deck dei nostri avversari saranno legati ad un determinato tipo di metagame. Ad oggi più si scala più diventa evidente la tendenza ad affidarsi ad uno dei quattro deck che al momento sembrano i migliori sulla piazza: Mono W o Azorius aggro, Sultai Midrange, Esper Control e Mono Red. Altre validissime alternative si trovano in mono U tempo, con il quale Haynes ha raggiunto rank #1 Mythic giocando esclusivamente best of three ma che ben peforma anche nel match secco, Gate decks e Rakdos midrange. Anche se può sembrare controintuitivo coloro che saranno in grado di rimanere in cima al Mythic Rank ogni mese saranno proprio quei giocatori che avranno l’abilità necessaria per raffinare il loro deck sessione dopo sessione, oppure avere il coraggio (e la fortuna) per combattere la varianza con una meta pick totalmente stravagante, pescata magari fra qualche tier 2 a addirittura con una nuova personalissima build in grado di attaccare i punti deboli dei tier del momento. Insomma se nel Magic come lo abbiamo conosciuto fino ad ora i tier che definivano il formato erano deck che quasi all’unanimità erano considerati più solidi soprattutto per la loro capacità di ristabilire o volgere a proprio favore le percentuali del match-up post sideboard, su Arena sarà il mago più creativo o quello con la tech migliore, oltre ovviamente a quello con una qualità di gioco e di lettura superiore agli altri, ad emergere vincitore.

Personalmente dopo un primo periodo di incertezza devo ammettereche il formato Best Of One non solo rende l’esperienza digitale più fruibile anche per chi ha difficoltà nel trovare tempo a disposizione per giocare, ma rende l’esperienza di gioco ancora differente per i motivi sopra elencati, dando una ventata di freschezza non solo ad Arena ma al gioco stesso. Per questo spesso in questo articolo mi sono riferito al Best of One con la parola “formato”, perché se ci si distacca un secondo dalla visione tradizionale del gioco dove le 15 carte di side sono spesso più determinanti di quelle main deck, si riesce ad intendere il vero spirito del Best of One, da intendersi appunto come un formato, nel quale per derivazione le scelte di deckbuilding e di metagaming sono uniche ed in qualche misura slegate dal tradizionale Best of Three. Una cosa differente quindi, non da ritenersi per forza peggiore o migliore. Ritengo inoltre che avere due modalità parallele che convergono nella stessa ladder sia un fattore positivo. Rimane il fatto, e ci tengo a sottolinearlo, che Magic cartaceo e Magic digitale non ambiscono a diventare lo stesso gioco, ma due facce di una stessa medaglia che in questo caso è rappresentanza di uno dei giochi di carte più amati e giocati al mondo.

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